STORIA DELLA MODA ITALIANA
Siamo così abituati a pensare alla moda italiana come a un elemento costitutivo dell’identità del nostro Paese, da dimenticarci spesso che essa è, invece, una realtà abbastanza recente. Tanto recente che, di fatto, si pone come identità della Repubblica italiana, più che dell’Italia in senso stretto.
Alla moda italiana serviva innanzitutto un mercato che non poteva essere certo quello italiano, a causa dell’arretratezza sociale del Paese, ma neppure quello della Francia o dell’Inghilterra, gli unici Paesi con una società abbastanza avanzata, ma che erano, da un lato, i leader della moda dell’epoca e, dall’altro, i nemici politici dell’Italia.
Certo sin dall’Unità la necessità di creare una moda nazionale era stata avanzata da più parti, ma senza successo. Il fascismo aveva costituito nel 1935 l’Ente nazionale moda, fissandone la sede a Torino, ma questo, pur avendo individuato correttamente le linee dell’azione da seguire, aveva potuto fare poco.
Restavano gli Stati Uniti, ma anche in questo caso le condizioni politiche erano avverse. Eppure il successo hollywoodiano di Salvatore Ferragamo (1898-1960) mostrava che quella era la strada da seguire.