Il Giappone è uno Stato insulare dell’Asia orientale. Situato nell’Oceano Pacifico, il Giappone è limitato a ovest dal Mar del Giappone, a nord dal mare di Ochotsk, a est dall’Oceano Pacifico settentrionale e a sud dal Mar Cinese Orientale. È un arcipelago perlopiù montuoso di 6 852 isole, le cui cinque più grandi sono Hokkaidō, Honshū, Kyūshū, Shikoku e Okinawa, che da sole rappresentano circa il 97% della superficie terrestre del Giappone. Molte isole sono montagne, alcune di origine vulcanica; la vetta più alta è il Fuji, un vulcano in quiescenza dal 1707. Con una popolazione di circa 124 milioni di abitanti, è l’undicesimo paese più popoloso al mondo. La Grande Area di Tokyo è la più grande area metropolitana del mondo con oltre 38 milioni di residenti.
Cultura giapponese
La cultura giapponese ha subito molte modifiche nel corso dei secoli, cambiando da quella originaria (risalente al periodo Jōmon), fino a quella contemporanea, che combina influenze asiatiche, europee e statunitensi. L’arte tradizionale giapponese include le arti dell’ikebana, dell’origami, dell’ukiyo-e, delle bambole, delle lacche, delle ceramiche, il teatro (bunraku, kabuki, nō e kyōgen, questi ultimi due noti complessivamente come nōgaku) e le tradizioni (i giochi, la cerimonia del tè, il budō, le spade, l’arte della calligrafia, il vestiario, la figura della geisha ecc.).
Arte
Con l’arrivo della civiltà occidentale non si può più parlare di un’arte autonoma, l’arte giapponese si inserisce vigorosamente nelle più moderne correnti artistiche, specie architettoniche. Per quanto riguarda le arti tradizionali giapponesi, che sono tutte permeate dalla filosofia buddhista, esse hanno costituito per secoli un unicum che non ha corrispondenza in occidente. Giunte fino a noi pressoché intatte, sono tuttora vive e vitali. Sono praticate in tutto il mondo da decine di migliaia di persone e hanno costituito un vettore essenziale della conoscenza all’estero della cultura giapponese. Tutte sono fondate sul principio della “via” (dō), cioè su un cammino interiore da percorrere per giungere all’illuminazione. Ma, al di là della loro valenza filosofica, hanno comunque un contenuto estetico che può essere percepito autonomamente. Il nucleo più autentico della cultura giapponese è costituito da queste forme espressive a cui i giapponesi sono molto legati.
Elemento costante e centrale di esse è la rappresentazione istantanea della bellezza, espressa il più sinteticamente possibile con il segno, la forma o il gesto. Le più note sono: il cha no yu (o sadō), la via del tè, l‘ikebana (o kadō), la via dei fiori, lo shodō, la via della calligrafia, il kōdō, la via dell’incenso.
Una menzione a parte la merita la corrente artistica del mono-Ha. Originatasi sul finire degli anni 1960 per mano di un gruppo di artisti concentratisi sull’aspetto effimero e impermanente di oggetti ed eventi, messi in relazione allo spazio, all’uomo e alla realtà.
Nell’architettura giapponese le case tradizionali e le strutture dei templi sono caratterizzate da pavimenti rivestiti da particolari tappeti chiamati tatami, pareti in legno, porte laccate, muri di argilla, soffitto a cassettoni, un tetto di tegole, muri di legno e gesso, oltre che porte scorrevoli note come shoji, le quali hanno la funzione di dividere le stanze e gli spazi interni da quelli esterni.
La fusione della pittura tradizionale giapponese e di quella occidentale ha dato vita all’influenza artistica nota come giapponismo. Sviluppatasi nella seconda metà del XIX secolo, e iniziatasi con la diffusione delle tipiche stampe giapponesi ukiyo-e in Europa. Oltre che ai manga, i fumetti tradizionali del Giappone, diventati famosi anche nel resto del mondo. Gli anime che sono i cartoni animati influenzati dallo stile dei manga. I videogiochi giapponesi hanno incominciato ad avere grande successo a partire dagli anni ottanta. Grazie soprattutto all’opera di Nintendo, seguita poi da Sony, SEGA, Konami e altre aziende negli anni 1990.
Letteratura
Tra i primi manoscritti della letteratura giapponese i più importanti sono il Kojiki, il Nihongi, e il Man’yōshū, raccolta di poesie dell’VIII secolo. Scritti tutti in caratteri cinesi. All’inizio del periodo Heian venne creato il sistema di trascrizione fonetica detto kana (formato da hiragana e katakana). Il Taketori monogatari (竹取物語 “Storia di un taglia bambù”) è considerato il primo racconto della letteratura giapponese. Una descrizione della vita di corte dell’epoca Heian viene data da Sei Shōnagon nel Makura no sōshi (枕草子 “Note del guanciale). Mentre il Genji monogatari (源氏物語? “Storia di Genji”) di Murasaki Shikibu è considerato il primo romanzo della storia.
Nel periodo Edo il mondo letterario generò le due correnti di pensiero: kangakusha, sostenitrice del neoconfucianesimo, e wagakusha, rifacentesi allo shintoismo e alla civiltà giapponese: Kaibara Ekken, Arai Hakuseki, Motoori Norinaga e Hirata Atsutane erano alcuni dei principali esponenti. Furono i pensatori wagakusha, paradossalmente, a favorire la nascita della Dai Nihon-shi, scritta in cinese ma che esaltava la storia dell’arcipelago.
La letteratura popolare sbocciò con Ihara Saikaku e i suoi racconti naturalistici detti ukiyō-zōshi, cui seguirono i romanzi licenziosi e di grande successo share-bon e ninjō-bon: i divieti del governo su queste opere volgari furono spesso aggirati
. Il teatro, invece, si arricchì della forma Kabuki, un dramma popolare apprezzato, e la poesia fu dominata dal poeta Matsuo Bashō, maestro del genere haiku. In genere si può notare un raffinamento del ceto chōnin, la gente ordinaria; non era più, quindi, prerogativa degli aristocratici. Il cosiddetto Yomihon, ad esempio, divenne famoso, dando prova di questo cambiamento.
Il periodo Meiji segnò il declino delle forme tradizionali della letteratura; infatti è proprio in questo periodo che la letteratura giapponese integrò le influenze occidentali. Natsume Sōseki e Mori Ōgai furono i primi scrittori della letteratura giapponese moderna. Vennero seguiti da Ryūnosuke Akutagawa, Jun’ichirō Tanizaki, Yasunari Kawabata, Yukio Mishima fino ad arrivare a Haruki Murakami e Banana Yoshimoto. Il Giappone vanta due scrittori vincitori di un Premio Nobel: Yasunari Kawabata (1968) e Kenzaburō Ōe (1994), mentre tra gli scrittori contemporanei conosciuti e pubblicati in Italia spiccano fra gli altri Yoshimoto e Murakami. Nel XX secolo tra i più importanti autori di letteratura per ragazzi possiamo ricordare Kenji Miyazawa. E ancora da ricordare Akiko Yosano, tra le prime donne femministe e pacifiste giapponesi.
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