100 anni fa erano i “roaring”, oggi i “roaming 20’s”
Il ruolo del “content creator” è forse l’unico a non sentire la crisi del 2020.Passiamo ore e ore scrollando le “home” dei social, sia dai nostri laptop che dagli smartphone. Ma ci chiediamo mai chi è a decidere e a produrre tutto ciò che guardiamo?
I “creatori di contenuti” (per tradurre in italiano) sono i veri motori di questa “rivoluzione digitale”. Tuttavia spesso ci scordiamo che queste persone hanno un volto e un nome. I “content creator” sono tutti quei ragazzi che si lanciano nella creazione di contenuti multimediali e digitali per intrattenere gli spettatori, che prima di tutto sono gli utilizzatori del World Wide Web.
Lavorare con (e non per) You Tube
Tutti conosciamo YouTube, ma quanti di noi hanno deciso di essere “creatori” invece di “spettatori”? Io ci ho provato, e ad oggi i risultati spiegano benissimo lo sviluppo di questo mondo.
Premettendo che qualunque contenuto multimediale (quindi foto, meme, video o podcast) esce direttamente dalla catena di montaggio di qualche cameretta sperduta nel mondo, possiamo dire che per quanto sia facile iniziare, è ben più difficile riuscire a trasformarlo in un lavoro (ma non impossibile). YouTube è il modo più semplice per monetizzare il proprio lavoro. Bisogna raggiungere 1000 iscritti sul proprio canale e 4000 ore di visualizzazione dei propri contenuti, poi di puoi permettere un pacco di sigarette. Scordati contributi, pensione e ferie; guadagni se produci in vero stile americano.
La mia esperienza come “Content Creator”
Ho deciso di iniziare a creare video grazie ai contenuti di viaggi che vedevo su YT. La passione per il viaggio certo non è mai mancata, e allora eccomi pronto con il mio laptop, lo smatrphone e lo zaino in spalla, pronto a partire per Tenerife. È il 9 gennaio 2018, voglio cambiare vita e da qualche mese avevo giù capito che era possibile sopravvivere creando video, ma non ne sapevo molto ancora. Ora è il 2020 e non ho ancora guadagnato un solo centesimo da Youtube. Ho lasciato da parte il mio smartphone con il quale giravo video, ho comprato due macchine fotografiche, un’armadio di attrezzatura, un nuovo PC e ho scoperto quasi tutti i trucchi di questo mondo, eppure ancora neanche un centesimo. La verità è che le regole di questo gioco sono tante, e forse il mondo digitale è molto più meritocratico di quello reale.
La possibilità di creare video di viaggi, e vivere di questa disciplina, è reale, ma devi essere pronto a mangiare sabbia.
Ecco vari punti da rispettare:
- Attenzione ai contenuti: bisogna conoscere le armi del mestiere, spendere soldi in macchine fotografiche, microfoni e tecnologia. Tuttavia una cosa non si può comprare: la fantasia. Devi rinnovarti ogni singolo giorno, studiare quello che sforna il web e anticipare le mode, crearti una linea definita ma creare contenuti sempre attinenti a quelli a cui è abituato il tuo pubblico;
- Costanza: se un tuo video diventa virale è perché altri mille video non hanno avuto neanche una sola visualizzazione. Devi continuare a produrre contenuti senza fermarti mai, anche quando sembra che i risultati non arrivino.
- Punta piccoli traguardi: il mondo del web abbaglia più di un’auto nella corsia contraria in piena notte. Parti creando il tuo piccolo pubblico, ma lavora sempre per te stesso.
- Non guardare i numeri: non mettere mai i numeri degli altri come tuo obbiettivo. In realtà quello che vediamo è frutto di un lavoro durissimo e di ore passate a piangere sui propri insuccessi. “Punta alle stelle per cadere sulle nuvole”.
- Impara l’Inglese: allargherai il tuo bacino di utenze e otterrai molte più visualizzazioni.
- Non fare il solito italiano: non aver paura di essere poco umile, chiedi di seguirti, offriti al miglior offerente e mostra sempre con orgoglio i tuoi risultati, cosicché gli inserzionisti cerchino te per sponsorizzare i propri prodotti.
Piegarsi al mercato o vivere di elemosina?
YouTube non ti farà mai firmare una busta paga, ma gli inserzionisti si. Guadagnare i soldi dalla monetizzazione dei video è equiparabile al vivere di elemosina. Scordati il minimo sindacale, le tasse e i benefit, qualche centinaio di euro al mese per ore e ore di contenuti. Se fai video in italiano limiti il tuo pubblico e in ambito di viaggi è difficile sorpassare le 300.000 visualizzazioni a video, indipendentemente dalla qualità del prodotto.
Se invece ci si affilia a venditori e si diventa qualcosa di simile a “testimonial” allora le cose cambiano. Non saranno più le visualizzazioni a definire il tuo guadagno, ma diventerà la tua “community” e la tua influenza su quel determinato pubblico.
Per concludere
Essere “content creator” vuol dire prima di tutto essere imprenditori di sé stessi, servono massicce dosi di marketing, comunicazione e vena artistica. Senza queste cose sei solo un collezionista di attrezzature costose e bei sogni.
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